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Lombardia, buone notizie: aumentano le aree boschive tra collina e montagna

Secondo l’ultimo rapporto ERSAF dello Stato delle foreste lombarde 2022 l’andamento della superficie bosco è in continua espansione, ma con una presenza sbilanciata tra pianura, collina e montagna, e forti disparità di copertura tra superfici provinciali.
La superficie boscata nella regione nel decennio 2009-2018 è aumentata complessivamente del 2,7%, mentre la realizzazione di nuovi boschi ha coperto una superficie di 176 ettari ogni anno.

Nel 2022 la superficie forestale in Lombardia è di 619.726 ettari e ricopre il 26% del territorio regionale. Un patrimonio in grado di assorbire ogni anno 3 tonnellate e mezzo di anidride carbonica, la principale responsabile del surriscaldamento globale.

I Piani di Indirizzo Forestale 

Più nel dettaglio, la provincia con la maggiore superficie boscata è Brescia, con 171.469 ettari, mentre Como e Lecco sono quelle con il tasso di boscosità più alto.
Nelle foreste lombarde sono presenti ben 17 specie, a dimostrazione della grande biodiversità del territorio, e gli alberi più rappresentati sono castagni (11,3%), abeti rossi (11,1%), carpini neri (10,8%) e faggi (10,4%).

I Piani di Indirizzo Forestale (PIF) gestiscono il 73% della superficie boscata regionale, che corrisponde a 455 mila ettari. Nel 2020 sono stati approvati tre nuovi PIF, mentre sei sono i nuovi Piani di assestamento forestale (PAF) che hanno portato il totale dei PAF a 88.
Per il triennio 2021-2023 Regione Lombardia ha messo a disposizione delle Comunità Montane uno stanziamento complessivo di 13 milioni e mezzo di euro (4 milioni e mezzo di euro l’anno) a sostegno del sistema agricolo e forestale.

Nel 2022 collaudati 88,62 ettari di nuovi boschi

Nel 2022 gli Enti forestali hanno autorizzato 610 richieste di trasformazione del bosco per 108,97 ettari, mentre per quanto riguarda le nuove destinazioni d’uso del bosco, quella prevalente è l’utilizzo a fini agricoli, che rappresenta il 21,3% (16,17 ettari) della superficie complessivamente richiesta.

La normativa nazionale e regionale stabilisce che chi viene autorizzato a ‘trasformare’ un bosco per cambiarne la destinazione d’uso, deve realizzare interventi compensativi attraverso la creazione di nuovi boschi o il miglioramento di quelli esistenti.
Nel 2022 sono stati collaudati 88,62 ettari di nuovi boschi, il dato più alto dal 2015.

Gli incendi e l’infestazione da bostrico

A fronte di questi numeri, gli incendi registrati nel 2022 sono stati in numero decisamente superiore alla media regionale dell’ultimo decennio, complice l’andamento meteorologico particolarmente siccitoso.

La superficie media per evento, pari a 3,5 ha/incendio, è però decisamente al di sotto di quella del decennio. Quanto all’emergenza legata all’infestazione epidemica da bostrico, che colpisce l’abete rosso, prosegue nel 2022 e purtroppo risulta intensificata. Nelle valli con elevazione orografica inferiore, come la Valsabbia e la Valtrompia, la permanenza dell’abete rosso in purezza è da considerare ormai compromessa.

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Acquisti on line: almeno due volte al mese, meglio se con consegna gratuita

Cosa desiderano i consumatori che effettuano acquisti sul web? Perché utilizzano questo canale piuttosto che il negozio fisico? E cosa invece non gradiscono dell’esperienza dello shopping on line? A queste e ad altre domande risponde il Global Consumer Trends Report di BigCommerce e Retail Dive, che rivela che il 39% delle persone intervistate in Europa, Nord America, Medio Oriente e Africa preferisce fare acquisti online. Solo il 21% dei riponfdenti, infatti, ha indicato il negozio fisico come modalità preferita.

L’exploit degli acquisti online nel 2023

Il 77% di chi compra on line ha aumentato o mantenuto il livello di spesa rispetto all’anno precedente nel 2023. Questo incremento è attribuibile principalmente alla convenienza e alla flessibilità degli acquisti online. Ma c’è di più: i consumatori si aspettano dalla rete sconti esclusivi e omaggi, diventati ormai elementi distintivi dell’esperienza di shopping digitale.

Con che frequenza si compra sul web? 

La maggioranza (76%) degli intervistati effettua acquisti online tramite siti web, app o social media almeno due volte al mese. Ma tra questi c’è un ragguardevole 49% che compie almeno un acquisto online a settimana. I settori nei quali si spende di più sul web sono abbigliamento e accessori (47%), salute e bellezza (40%), e ristoranti e generi alimentari (36%).

Acquisti su abbonamento

Per quanto riguarda gli acquisti su abbonamento, i generi alimentari sono in cima alla lista (30%), seguiti da intrattenimento (22%) e cosmetici/cura del corpo (21%). C’è poi una questione aperta sulla spedizione. Il 40% degli acquirenti se l’aspetta gratuita. Un dato in merito: il 26% dei rispondenti ammette di aver abbandonato il carrello proprio a causa delle spese di spedizione. Ma c’è anche un 35% di compratori che considera fastidiose le spese di reso.

Ricerche, confronti e modalità di pagamento

Gli acquirenti on line effettuano ricerche principalmente su dispositivi mobili (61%), seguiti da ricerche sul web (57%) e su marketplace (57%). Il 95% degli intervistati confronta i prezzi prima di effettuare un acquisto. Inoltre, il 23% ha utilizzato il metodo “Buy Now, Pay Later” (BNPL) al momento del checkout, evidenziando un crescente interesse in alternative di pagamento rispetto alle tradizionali carte di credito o debito.

Tendenze future

L’indagine sottolinea l’ascesa degli acquisti on line, con una crescente ricerca di nuove modalità di pagamento. Tuttavia, emergono sfide legate alle spese di spedizione e reso, suggerendo che i rivenditori dovranno bilanciare convenienza e servizi per mantenere la fiducia dei consumatori.

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Natale 2023: gli italiani aumentano la spesa per i regali (grazie all’inflazione?)

Per i regali di Natale quest’anno gli italiani progettano di spendere 223 euro, il 13% in più rispetto al 2022. A dare la spinta però è anche l’aumento dei prezzi: al netto dell’inflazione l’incremento di spesa si riduce al +6%.
Dopo un anno di alti e bassi per i consumi, il mese di dicembre dovrebbe chiudersi con il segno più. Complessivamente, nel 2023 si prevede un aumento del +1,2% per i consumi, a cui dovrebbe seguire una frenata pari allo 0,8% nel 2024.

È quanto emerge da una ricerca di Ipsos e Confesercenti. La spesa degli italiani per le feste è in crescita, anche se è l’inflazione a gonfiare i budget.

Cosa mettere sotto l’albero? 

Gli italiani che dichiarano di voler contenere la spesa per i regali natalizi sono il 43%, una quota in diminuzione rispetto al 47% dello scorso anno, ma ancora rilevante.
Nella Top 10 delle intenzioni di acquisto per i regali di questo Natale 2023 spiccano i capi d’abbigliamento (51%), seguiti da prodotti di profumeria (45%) e libri (44%). Ma anche giochi e giocattoli (38%), accessori di moda (33%), regali gastronomici (29%), prodotti tecnologici e regali di gioielleria, entrambi al 24%.

E ancora, arredamento e prodotti per la casa, calzature e videogiochi, tutti al 20%.
Il 10% degli italiani, invece, segnala l’intenzione di regalare un viaggio o una vacanza, un dato in ascesa rispetto al 7% del 2022.

Dove si comprano i regali?  

Sempre secondo l’indagine Ipsos condotta per Confesercenti, il retail fisico continua ad avere un ruolo centrale negli acquisti di Natale, ma per il 44% deli italiani le piattaforme sono diventate ormai indispensabili.

Crescono poi le indicazioni per i negozi monomarca delle grandi catene retail (33%, era il 29% nel 2022), ma anche per i negozi all’interno dei centri commerciali, che quest’anno raccolgono il 52% delle preferenze contro il 46% del Natale 2022.
In lieve flessione il canale dei supermercati e ipermercati, che scende al 24% delle indicazioni, e le attività di vicinato (20%).

Il canale online continua a essere il preferito

A sorpresa, si assiste a una crescita della preferenza per i negozi di quartiere da parte dei giovani con età compresa tra 18 e 34 anni. La quota passa infatti dal 20% del 2022 al 22% di quest’anno.
Il 14% dei giovani, invece, si rivolgerà a un mercatino per comprare almeno uno dei regali da mettere sotto l’albero.

È però l’e-commerce il canale d’acquisto che incontra la preferenza tra il maggior numero di persone. In particolare, è in crescita la vendita diretta via web, con la quota di chi acquisterà online direttamente dal sito del produttore che sale dal 21% al 23%.
Si consolida poi la prevalenza delle grandi piattaforme di e-commerce, alle quali intende rivolgersi il 68% degli intervistati (63% nel 2022).

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Le aziende in Italia investono sui talenti della GenZ

I nati tra il 1995 e il 2010, ovvero, i giovani della GenZ, in Italia sono più di 8 milioni. Rappresentano la generazione digitale che non ha mai conosciuto un mondo senza Internet, smartphone, social network e nuove tecnologie.
Il premio Company for generation Z, istituito dalla business school Radar Academy per dare risalto alle aziende che stanno investendo proprio sui giovani della GenZ, anche quest’anno ha premiato a Milano le prime 41 aziende distinte per aver realizzato piani concreti di valorizzazione in 10 ambiti.

Gli ambiti premianti riguardano il numero di assunzioni di giovani nati dopo il 1995, numero di stage attivati, percorsi e prospettive di carriera, welfare aziendale e benessere della persona, smart working e lavoro ibrido, percorsi di formazione, politiche di talent retaining, progetti con scuole, università e business school, diversità e inclusione, responsabilità sociale e sostenibilità.

La frontiera del nuovo mondo del lavoro

La GenZ è la frontiera del nuovo mondo del lavoro ed è la principale interprete del futuro. La sfida del futuro del lavoro passa inevitabilmente, quindi, dall’investimento nelle nuove generazioni.

All’interno del premio Company for generation Z il riconoscimento speciale ‘Passaggio Generazionale 2023’, è stato istituito per premiare le realtà aziendali e professionali in cui si realizza un passaggio generazionale al vertice dell’organizzazione.
Nell’edizione 2023 il premio è andato all’avvocato e giuslavorista Francesco Rotondi, fondatore dello studio LabLaw, per aver lascito il timone dello studio, pur essendo in piena attività, a un giovane avvocato di 35 anni, Alessandro Paone.

È determinante accogliere il potenziale innovativo dei giovani

“Il premio Company for generation Z ha lo scopo di dare visibilità a una tematica centrale per il nostro futuro: l’investimento nelle giovani generazioni che saranno protagonista del cambiamento in atto – spiega Ernesto D’Amato, ceo di Radar Academy -. In questo passaggio il ruolo delle aziende e del mondo del lavoro sarà determinante per accogliere e far sprigionare tutto il potenziale innovativo e valoriale della Generazione Z. Un ruolo, quello delle imprese, finalizzato non solo a un rinnovamento sul piano lavorativo e organizzativo ma anche sul piano sociale e dell’intero sistema Paese”.

Da Unicredit a Zextras passando per Ferrero

Tra le aziende premiate, Unicredit, Coca Cola HBC, Lidl, Luisa Via Roma, Ntt Data, Lavorint, ABL Consultancy, Manpower Group, Leroy Merlin, Sidea Group, Borgo Egnazia, Danone, Primo Group, Rai Pubblicità, Netcom, Free Mind Foundry, One day, I Genous, ADHR, LHH, Laminazione Sottile, Acqua Minerale San Benedetto, Brain Computing, Moleskine, Oracle, Ferrero, Enel, AFV Beltrame Group, GMM Farma, P&G, Whirlpool, Per Formare, Formamentis, Tecno, Bosh Italia, Culligan, Zextras.

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Legge UE sulla sicurezza informatica: le imprese digital non sono d’accordo

Le aziende digital avvertono sui rischi della nuova legge europea sulla cybersecurity.
Più di un anno fa, a settembre 2022, la Commissione Europea ha infatti pubblicato la bozza di legge sulla sicurezza informatica, la cui entrata in vigore è prevista per il 2024.

Ma un gruppo di aziende, tra cui Ericsson, Nokia, Siemens, Robert Bosch, Schneider Electric ed ESET, ha lanciato un’allerta riguardo a questa proposta di legge, sostenendo che potrebbe creare ostacoli e interruzioni nelle catene di approvvigionamento.
In particolare, le aziende hanno chiesto maggiore flessibilità, suggerendo che la legislazione permetta possibilità di autovalutazione e una significativa riduzione del numero di prodotti in oggetto.

Un impatto negativo su milioni di dispositivi connessi

In una lettera inviata alla Commissione Europea, il gruppo industriale Digital Europe, che rappresenta l’industria per la trasformazione digitale in Europa e comprende 106 aziende globali dei settori informatica, telecomunicazioni ed elettronica di consumo, ha affermato che l’ampio campo di applicazione della bozza di legge avrebbe un impatto su milioni di dispositivi connessi (dagli elettrodomestici ai giocattoli fino agli strumenti di cybersecurity).

Secondo le aziende, la misura legislativa impedirebbe la commercializzazione di dispositivi sicuri per i clienti europei, che si vedrebbero quindi privati di alcuni importanti prodotti di queste aziende. 

Sì alle regole, no a conformità certificate da terzi 

Le aziende firmatarie sostengono da sempre la necessità di regole orizzontali sulla cybersecurity per i prodotti connessi invece di una serie di regolamentazioni settoriali diverse. Ma ritengono che la proposta attuale non sia in grado di regolamentare in maniera adeguata i diversi tipi di prodotti.

Un punto critico per i produttori è la richiesta di dimostrare la conformità attraverso certificatori terzi per una categoria di prodotti ad alto rischio con funzionalità di cybersecurity, come la gestione delle password o il rilevamento delle intrusioni.

Cosa chiedono le aziende?

Il gruppo sostiene che questi componenti siano fondamentali per l’economia e che la valutazione attraverso terze parti possa causare ostacoli simili a quelli causati dalla pandemia di Covid-19 nelle catene di approvvigionamento europee, danneggiando la competitività.

Sono state sollevate preoccupazioni anche riguardo all’obbligo di segnalare le vulnerabilità non ancora risolte, riporta Adnkronos. Le aziende ritengono che i produttori debbano essere autorizzati a valutare la priorità della risoluzione delle vulnerabilità rispetto alla segnalazione immediata, basandosi su ragioni legate alla cybersecurity.
Le aziende hanno inoltre proposto di concedere almeno 48 mesi per lo sviluppo di uno standard più armonizzato.

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Scuola e insegnanti, cosa ne pensano gli italiani?

In occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti 2023, Ipsos ha condotto un sondaggio per indagare le opinioni degli italiani riguardo al mondo della scuola e agli insegnanti.
Forse non tutti sanno che questa giornata internazionale, celebrata il 5 ottobre di ogni anno, è stata istituita dall’UNESCO per riconoscere il ruolo fondamentale degli insegnanti nella formazione delle future generazioni e nell’offerta di un’educazione di qualità.

Massimo rispetto

I risultati del sondaggio mostrano un profondo rispetto per la figura del docente da parte degli italiani. Una netta maggioranza, oltre i due terzi, considera la professione dell’insegnante come una delle più prestigiose, addirittura superando professioni come quella del medico, dello sportivo o dell’artista.

Gli italiani riconoscono anche le difficoltà e le sfide che gli insegnanti affrontano nella loro professione, e molti ritengono che i loro stipendi attuali siano inadeguati, soprattutto considerando i cambiamenti nell’approccio educativo che gli insegnanti adottano, spesso innovativi e diversi dai metodi tradizionali.

Educazione contro la violenza

Un altro tema affrontato nel sondaggio è la violenza a scuola, un argomento molto discusso negli ultimi mesi. Gli italiani sembrano sostenere un approccio basato sul “buon senso” per affrontare questo problema.

Suggeriscono che sia necessario affrontare la questione con un metodo ben definito e combinare una serie di strumenti, tra cui la valorizzazione dell’insegnamento dell’educazione civica e il potenziamento dei servizi di sostegno psicologico per gli studenti e le loro famiglie.

Divieti e norme più severe

Alcuni suggeriscono divieti, come l’uso degli smartphone in classe, mentre altri chiedono maggiore severità nell’attribuzione del voto in condotta. Tuttavia, si sottolinea anche la necessità di affiancare i docenti e di fornire loro percorsi formativi specialistici nel campo psicologico e relazionale.

È chiaro che, per affrontare il problema della violenza a scuola, è essenziale coinvolgere attivamente le famiglie e promuovere la loro collaborazione.

Una professione da valorizzare

In conclusione, la Giornata Mondiale degli Insegnanti 2023 ha evidenziato il profondo rispetto degli italiani per gli insegnanti, insieme alle sfide che essi affrontano e alle richieste di migliore compensazione economica.

Inoltre, si è sottolineata la necessità di affrontare con metodo la questione della violenza a scuola, coinvolgendo insegnanti, studenti, famiglie e fornendo supporto specialistico per creare un ambiente educativo più sicuro e positivo.

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Perchè il sonno di qualità migliora la produttività lavorativa?

Quanto conta la qualità del sonno sulle capacità lavorative? Tanti, anzi tantissimo. Lo conferma la ricerca finanziata dall’INAIL, condotta dal Dipartimento di Medicina del Lavoro del Policlinico di Milano in collaborazione con le università di Milano e Torino, il CNR e la Fondazione IGEA Onlus. Lo studio ha rivelato l’importante legame tra la qualità del sonno e il rendimento lavorativo. Questo studio, presentato al congresso SIML (Società Italiana di Medicina del Lavoro) presso il Lingotto di Torino, si concentra sull’abilità lavorativa degli individui anziani e sui suoi effetti sulla sicurezza sul luogo di lavoro.

Test durato sei mesi  

Durante il periodo compreso tra ottobre 2021 e marzo 2022, sono stati coinvolti 468 partecipanti, di cui il 62% erano impiegati in ufficio (white collars) e il 38% operai (blue collars). Di questi ultimi, la maggioranza svolgeva o aveva svolto lavori con turni, compresi quelli notturni. I settori rappresentati includevano il bancario (49%), il chimico (29%) e il metalmeccanico (22%). Per ogni partecipante, sono stati raccolti dati sulla capacità lavorativa, le alterazioni della qualità del sonno, le prestazioni cognitive (compresi l’attenzione, la flessibilità mentale, la memoria visuo-spaziale e la memoria verbale a breve termine), il tecnostress, l’età biologica, i fattori di rischio psicosociali e il benessere psicologico.

Una peggiore qualità del sonno è associata a una minore capacità lavorativa

I dati emersi dallo studio hanno rivelato che una peggiore qualità del sonno è associata a una minore capacità lavorativa. Questo legame è risultato essere più marcato tra i lavoratori blue collars rispetto ai white collars. D’altra parte, una migliore performance cognitiva è stata associata a una migliore capacità lavorativa, con un particolare impatto positivo riscontrato nei lavoratori blue collars con un elevato Memory Span Corsi. Inoltre, un elevato livello di tecnostress è stato collegato a una peggiore capacità lavorativa e a una minore performance cognitiva.

L’effetto del sonno sulla sicurezza sul lavoro

Lo studio attualmente in corso ha evidenziato un’associazione tra una ridotta capacità lavorativa, prestazioni cognitive inferiori (soprattutto la riduzione della memoria a breve termine) e una qualità del sonno compromessa, soprattutto tra gli operai e i lavoratori a turni di età superiore ai 50 anni. Questi risultati, che verranno ulteriormente approfonditi alla conclusione dello studio, potrebbero avere importanti implicazioni sia per la sicurezza sul luogo di lavoro, considerando l’impatto sulla memoria, sia per la valutazione del rischio e le misure preventive, concentrandosi sulle esigenze specifiche dei lavoratori anziani.

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La riforma del voto in condotta? Promossa dagli italiani

Agli italiani piace la proposta di riformare il sistema di valutazione scolastica presentata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. E sostengono questo cambio di rotta nella scuola con una buona dose di entusiasmo. Secondo un sondaggio condotto da Quorum/YouTrend per Sky TG24, il 76% degli intervistati è favorevole all’idea di attribuire maggiore importanza al voto in condotta degli studenti, considerandolo nei crediti per l’esame di maturità e prevedendo conseguenze in caso di voti bassi in educazione civica. 

Anche il 75% dei giovani è favorevole

Questa proposta sta ricevendo un ampio sostegno da parte della popolazione italiana, con il 75% dei giovani tra i 18 e i 34 anni favorevoli, l’82% degli adulti tra i 35 e i 54 anni a favore, e il 77% degli anziani di 55 anni e più che approvano questa iniziativa.

Debutta anche la figura del tutor

Inoltre, un’altra novità nella scuola italiana, l’introduzione della figura del “docente tutor” incaricato di assistere gli studenti nel loro percorso di apprendimento e orientamento, sta ricevendo un considerevole sostegno dalla popolazione. Il 66% degli intervistati è favorevole a questa figura, mentre solo il 21% si oppone. Anche in questo caso, i risultati variano leggermente in base all’età, con il 63% dei giovani tra i 18 e i 34 anni favorevoli, il 67% degli adulti tra i 35 e i 54 anni a favore, e il 66% degli anziani di 55 anni e più che approvano l’idea.

Le nuove proposte piacciono a destra e a sinistra

Queste proposte di riforma scolastica sembrano essere ben accettate da entrambi gli schieramenti politici in Italia. L’84% degli elettori di Fratelli d’Italia e l’87% di coloro che si identificano come “altro centrodestra” sono favorevoli al voto in condotta, mentre il 75% dei sostenitori del Movimento 5 Stelle e il 72% dei sostenitori del Partito Democratico approvano questa proposta. Per quanto riguarda il docente tutor, il 77% degli elettori del Movimento 5 Stelle, l’80% degli elettori dell'”altro centrodestra”, il 77% dei sostenitori del Partito Democratico e il 68% dei sostenitori di Fratelli d’Italia sono a favore di questa figura.

Obiettivo: migliorare il sistema educativo

In sintesi, le proposte di riforma scolastica del ministro dell’Istruzione hanno ottenuto un ampio consenso tra la popolazione italiana, indipendentemente dall’età e dall’appartenenza politica. Gli italiani sembrano apprezzare l’idea di attribuire maggiore peso al voto in condotta e di introdurre il docente tutor come supporto per gli studenti nel loro percorso di apprendimento. Questa situazione suggerisce una forte volontà di migliorare il sistema educativo italiano e di offrire un supporto più completo agli studenti.

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In vista del Back-to-School aumentano le truffe on-line

Sfruttando la frenesia che caratterizza i preparativi e gli acquisti per il nuovo anno scolastico, i criminali informatici lanciano sofisticate campagne di phishing, che prendono di mira studenti, insegnanti e anche dirigenti.  Gli studenti di tutto il mondo si preparano per il rientro a scuola, ma gli esperti di cybersecurity Kaspersky hanno scoperto un aumento allarmante delle attività fraudolente. Una delle tecniche di truffa più utilizzate è la creazione di giveaway che promettono agli studenti la possibilità di vincere un laptop. Ma per ottenerlo devono fornire informazioni personali e indicare il modello di notebook preferito. Un’altra versione di questa truffa invita a condividere con 15 contatti, via WhatsApp, un link specifico che rimanda alla pagina di un’estrazione a premi, ma per poter partecipare è richiesta la registrazione con un SMS.

Quando l’esca è la vincita di un laptop

Vincere un laptop o un altro oggetto di valore rappresenta l’esca, ma ovviamente c’è una sorpresa: i vincitori scoprono di dover sostenere le spese di consegna dei presunti premi. Questa richiesta di un pagamento aggiuntivo indica chiaramente uno schema fraudolento.
“Con l’avvicinarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico e con milioni di studenti che comprano libri, pagano le tasse scolastiche e acquistano il materiale necessario, si registra un’intensificazione delle minacce informatiche – ha dichiarato Noura Afaneh, Privacy Expert di Kaspersky -. I truffatori approfittano di questo periodo facendo leva sull’entusiasmo degli studenti nel procurarsi nuovi dispositivi per gli studi”.

Finte borse di studio in palio

“La possibilità di ottenere gratuitamente un computer portatile si rivela un’efficace copertura dei pericoli associati – aggiunge Noura Afaneh -, esponendo le persone a un rischio maggiore di essere coinvolte in queste truffe”.
Un’altra forma di inganno riguarda finte borse di studio: i truffatori sfruttano la speranza degli studenti di ricevere aiuti finanziari per attirarli nei loro schemi fraudolenti. Le vittime sono attirate dall’offerta di borse di studio apparentemente autentiche che promettono appunto un supporto finanziario. Per usufruire di questi sussidi, gli studenti devono fornire informazioni personali, compresi anche dati sensibili, come il numero di previdenza sociale e le coordinate bancarie, che vengono poi utilizzati per furti di identità e frodi finanziarie.

Un impatto negativo sugli studenti inconsapevoli

“Le borse di studio false possono avere un impatto negativo su studenti inconsapevoli – prosegue la Privacy Expert di Kaspersky -. Truffe simili non causano solamente perdite finanziarie, ma anche furti d’identità a lungo termine. È quindi importante che gli studenti siano attenti e cauti quando trovano offerte insolite di borse di studi”.

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Pubblicità e attenzione dei consumatori, quali sono i media più efficaci?

L’attenzione è una risorsa preziosa e la comunicazione efficace è fondamentale per conquistare gli utenti. A maggior ragione in un contesto di sovraffollamento informativo, come quello in cui ci troviamo immersi, dove raggiungere i potenziali consumatori è sempre piaciuto difficile. Lo studio “Beyond Visual Attention,” condotto da Omnicom Media Group in collaborazione con Ainem, Ipsos e Nielsen, ha analizzato l’attenzione agli stimoli pubblicitari rivelando che essa è maggiore verso il mezzo televisivo. La TV vince sul mobile con un ricordo tre volte superiore.

La videocomunicaizone è altamente performante

Andare oltre l’attenzione visiva è fondamentale per comprendere realmente l’efficacia di uno stimolo pubblicitario. La videocomunicazione si dimostra altamente performante, ma il formato audio non è da meno, poiché in termini di attenzione perde solo il 2%. I formati pubblicitari statici, come i banner, invece, hanno performance inferiori, con un ricordo intorno al 50% rispetto ai formati video. Queste prime evidenze emergono dall’analisi di AINEM (Associazione Italiana di Neuromarketing), che ha condotto uno studio in laboratorio monitorando con analisi neuroscientifica le tre dimensioni dell’attenzione: attenzione visiva (tramite eyetracking), attenzione della mente (tramite EEG – elettroencefalogramma) e attenzione del corpo (tramite GSR – Galvanic Skin Response).

La TV mantiene un ruolo prioritario nella comunicazione pubblicitaria

La televisione continua a giocare un ruolo molto rilevante nella comunicazione pubblicitaria. Le analisi di Ipsos indicano che il ricordo di un brand visto in TV è 3 volte superiore rispetto al mobile e solo il 17% dei break pubblicitari viene interrotto dallo zapping. Inoltre, l’audio gioca un ruolo importante nell’attivazione dell’attenzione, poiché una persona su cinque ricorda una pubblicità passata in TV anche se in quel momento non stava guardando lo schermo.

La “soglia di attenzione” degli italiani

Ipsos ha condotto lo studio entrando letteralmente nelle case degli italiani e monitorando i loro comportamenti di fruizione di TV e mobile nel contesto naturale (soggiorno, camera da letto, cucina…). È interessante notare che l’attenzione alla pubblicità cala notevolmente in camera da letto, dove si registra un 47% di attenzione visiva all’adv, mentre in salotto si arriva al 60%. La ricerca evidenzia anche che le persone dedicano circa 10 secondi di attenzione attiva agli stimoli pubblicitari in TV, mentre su mobile questo numero si riduce a circa 2 secondi. Inoltre, il comportamento tra fruizione di contenuti e fruizione di pubblicità varia notevolmente tra i due ambienti. Per quanto riguarda i mezzi di informazione, lo studio analizza l’attenzione ai messaggi pubblicitari sulle testate web di news (come i siti di quotidiani e periodici). Su questi mezzi, il tempo di attenzione è del 20% superiore rispetto a quello registrato sui social media. In generale, il contesto influenza l’attenzione, poiché i contenuti presenti sui siti di informazione spingono a una maggiore attenzione anche nei confronti dei messaggi pubblicitari.

Le donne il target più sensibile

Analizzando i dati sociodemografici, emerge che il ricordo degli spot TV è del 75% più alto per le donne rispetto agli uomini. I giovani, invece, mostrano una soglia di attenzione alla pubblicità più bassa, ma registrano lo stesso livello di ricordo delle persone più mature.