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Curiosità in numeri

Ibrido e flessibile, lo smart working al tempo del lavoro liquido

Lavoro liquido: a che punto siamo tra Smart working e nuova governance? È il titolo di un’indagine condotta a marzo 2022 da Reverse, azienda internazionale di risorse umane, insieme ad altri partner.  L’indagine mette a confronto le opinioni di lavoratori e management aziendale. E lavoratori e aziende concordano su una linea comune: mantenere lo Smart working in futuro. Dalla nuova gestione liquida del lavoro non si torna più indietro. E se all’unanimità si chiede una soluzione di Smart working ibrida e flessibile, i maggiori sostenitori di questa soluzione sono gli intervistati tra i 20 e i 30 anni.
Ma è molto sentita, sia da aziende sia da lavoratori, anche la questione della reperibilità e della disconnessine durante il lavoro da remoto.

Disconnessione, un’esigenza molto sentita

Si tratta di un tema che raccoglie molti aspetti. Riguarda infatti le normative, la modalità di lavoro per obiettivi, e la capacità dell’azienda di mantenere l’engagement dei propri collaboratori anche da remoto. Il 45% dei lavoratori afferma che lavorando da casa ha sofferto molto per una maggiore richiesta di disponibilità online. Dai racconti degli HR emerge un’azione decisa delle aziende per trovare la corretta gestione della reperibilità di chi lavora in Smart working, mettendo in pratica azioni di diverso tipo, dall’ufficializzazione dell’ampliamento dell’orario di reperibilità per chi lavora in Smart working alla gestione autonoma dei team. Ma una regolamentazione è sentita come necessaria da entrambe le parti.

Chi deve sostenere i costi?

L’80% dei lavoratori sostiene che l’azienda dovrebbe partecipare alle spese sostenute da chi lavora da casa (connessione ad internet, postazione di lavoro, ecc.). In netto contrasto il parere delle aziende, la cui totalità non prevede di modificare il contratto includendo una partecipazione alle spese per chi lavora in Smart working. Ma sia lavoratori sia aziende sono concordi nel volgersi verso un’organizzazione del lavoro per obiettivi. Il 56% dei lavoratori afferma che la propria azienda ha riprogrammato il lavoro su obiettivi per agevolare il lavoro da remoto. E il 60% degli HR Manager afferma di aver introdotto o essere in procinto di introdurre modalità di lavoro per obiettivi in cui l’orario è fluido.

Spazi di lavoro e percorsi di formazione mirata

Secondo il 60% dei lavoratori è necessario adeguare gli spazi alla nuova modalità di lavoro liquido. Gli HR Manager affermano che le aziende stanno modificando completamente e in tempi molto rapidi il loro assetto (Open space, pc portatili, desk sharing). L’82% dei lavoratori afferma poi che introducendo lo Smart working l’azienda deve porre maggiore attenzione ai percorsi di formazione. E secondo il 90% delle aziende sono stati istituiti percorsi di formazione per i collaboratori su specifiche piattaforme online di e-learning o tramite webinar, e in alcuni casi, di aver avviato Academy online.
Sicuramente le imprese si stanno organizzando per offrire una formazione ad hoc, però è bene considerare che i percorsi formativi offerti finora non hanno incontrato a pieno le esigenze delle risorse.