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Statistiche

I genitori italiani passano più tempo con i figli

Sono i genitori italiani quelli che passano più tempo in famiglia. Un sondaggio condotto da Novakid in 7 Paesi in Europa e Medio Oriente, compresa l’Italia, evidenzia come nel nostro Paese si passi più tempo con i figli rispetto a Spagna,  Francia, Germania, Turchia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Circa il 32% dei genitori italiani dichiara infatti di passare con i figli più di 4 ore al giorno durante la settimana. Percentuale che corrisponde, ad esempio, solo al 18% dei francesi.
Ovviamente nel fine settimana il tempo passato con i figli aumenta, e il sabato e la domenica sono oltre il 77% i genitori italiani che passano almeno 4 ore al giorno con i figli, e oltre il 29% con i figli passa anche più di 6 ore al giorno. Molto più di quanto rilevato in Spagna (21%), Germania (26,1%) e Francia (10%).

Le attività preferite

Cosa fanno in Italia genitori e figli quando sono insieme? Principalmente giocano (59%), cucinano e preparano dolci (36%), guardano film o cartoni animati in TV (50%).
Non sembra essere molto diffusa la lettura, scelta solo dal 16,3% dagli italiani, mentre è molto più popolare in Turchia (42%) o in Francia (30,1%). In coda alla lista delle attività scelte per il tempo libero, vedere amici o familiari (10%). I compiti, naturalmente, assorbono parte del tempo libero delle famiglie. E se l’85% dei genitori italiani dedica al massimo un’ora e mezza al giorno a questa attività, in Francia, Spagna e Germania la percentuale è più alta.

Chi decide cosa si fa nel tempo libero?

Organizzare il tempo libero con i bambini richiede pianificazione? A quanto pare si, perché solo l’11% dei genitori italiani dichiara di non programmare il tempo libero. Percentuale che scende al 7,3% in Spagna e al 7% in Germania. E chi decide cosa si fa durante il fine settimana o nel pomeriggio libero? In molti casi sono i bambini stessi a scegliere cosa fare, tanto che il 50% dei genitori in Italia dichiara di chiedere ai figli cosa preferiscono fare. Percentuale che sale al 64% in Francia e al 66,5% in Germania. Dopo i figli, la seconda opzione è quella di consultarsi con il partner (43,3%).

Il senso di colpa genitoriale

Le idee su cosa fare nel fine settimana con i bambini arrivano anche dai social media (36,7%) e dalle newsletter a cui i genitori sono iscritti (14,7%), oppure da amici o altri genitori con figli che propongono attività da fare insieme (14,7%).
Ma la maggioranza dei genitori di tutti i paesi prova una sorta di ‘senso di colpa genitoriale’ per non condividere abbastanza tempo con i propri bambini. In Italia la percentuale è il 72%, mentre negli altri paesi si va dal 54% dei genitori spagnoli a oltre il 76% in Francia. Al contrario, in Italia la percentuale di genitori che ritengono di passare abbastanza tempo con i figli è il 15,3%.

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Economia

Numero verde: perché è importante per le aziende?

Il numero verde aziendale è uno strumento sempre più diffuso nel mondo del business, che consente alle aziende di stabilire un contatto diretto e immediato con i propri clienti, offrendo loro un servizio personalizzato, professionale e di alta qualità. Il numero verde aiuta infatti le aziende a stabilire un rapporto di fiducia e di vicinanza con i propri clienti. Conquistare e fidelizzare i clienti è un obiettivo cruciale per garantire il successo e la crescita di un’azienda, ecco perché il numero verde è così importante nel rapporto con i clienti: contribuisce a migliorare la fidelizzazione e le vendite dell’azienda.

Un numero telefonico contrassegnato dal prefisso 800 o 803

Il numero verde aziendale è uno strumento che permette alle aziende di offrire ai propri clienti un modo semplice e gratuito per contattarle. Si tratta di un numero di telefono speciale, solitamente contrassegnato dal prefisso ‘800’ o ‘803’, a seconda delle caratteristiche del servizio, che i clienti possono chiamare senza pagare alcuna tariffa, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
Attraverso il numero verde l’azienda può rispondere alle domande e ai bisogni dei propri clienti in modo diretto e immediato, costruendo così una relazione di fiducia reciproca. Inoltre, grazie al numero verde, l’azienda può offrire servizi di assistenza pre e post-vendita, come ad esempio la sostituzione di un prodotto difettoso, consolidando ulteriormente la relazione con il cliente.

I vantaggi per il servizio clienti

Se il servizio viene gestito in maniera costante e adeguata, l’utilizzo di un numero verde 800 si traduce in un importante aumento delle vendite: quando il cliente ha un’esperienza positiva è più probabile che acquisti nuovi prodotti o servizi dell’azienda. Ma l’acquisto di un numero verde comporta ulteriori vantaggi, tra cui maggiori accessibilità e disponibilità, e possibilità di personalizzazione del servizio.
L’attivazione di un numero verde consente inoltre di monitorare più efficientemente il servizio clienti. L’azienda può raccogliere informazioni sulle esigenze della clientela di riferimento, sui suoi bisogni e sulle sue aspettative, adeguando di conseguenza i servizi offerti.

Scegliere il provider, verificare le tariffe e controllare le opzioni incluse

Prima di acquistare un numero verde aziendale, occorre considerare alcuni fattori importanti per poter scegliere la migliore opzione disponibile. L’azienda ha la possibilità di affidarsi a un provider telefonico oppure a un provider di servizi cloud. Innanzitutto, verificare la professionalità del provider online, cercando feedback e recensioni degli utenti. E assicurarsi che sia in grado di offrire una soluzione flessibile, in modo da adattarsi alle esigenze aziendali in continua evoluzione, verificando le tariffe. Ovvero, accertandosi di non pagare più del dovuto per il servizio.
È importante anche controllare quali funzionalità sono incluse nella soluzione offerta, riferisce Adnkronos, come trasferimento o registrazione delle chiamate, o personalizzazione del messaggio di benvenuto.

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Curiosità in numeri

Gli italiani dedicano sempre più tempo e risorse alla casa

Casa dolce casa: per gli italiani la casa è un bene fondamentale, e sicuramente è da ascrivere al novero degli elementi che concorrono allo ‘stare bene’. Più della metà delle famiglie italiane infatti dedica tempo e risorse per migliorare o abbellire la propria casa, o per migliorarne l’efficienza energetica. Lo attesta l’edizione 2022 dell’Osservatorio Eumetra Green Home Smart Home. Del resto, da sempre i nostri connazionali hanno un rapporto ‘affettivo’ ed emotivo con la propria casa, vivendo per una vita nella stessa casa e spostandosi raramente dal quartiere. Un rapporto che con la pandemia è diventato ancora più intenso, complice l’incremento di attività, soprattutto professionali, che un tempo erano svolte principalmente fuori dalle mura domestiche. Ma che grazie allo smart working o il work out sono state mantenute anche dopo la fine del lockdown. 

Parola d’ordine: non sprecare energia

Quanto agli investimenti in efficienza energetica, in realtà riguardano solo una parte delle famiglie, che in taluni casi li adottano sinergicamente, con opere di isolamento termico, installazione di impianto fotovoltaico, installazione di una pompa di calore per il riscaldamento. Tuttavia, anche la sostituzione della vecchia caldaia con una recente è un passo in avanti importante per procedere verso un maggiore efficientamento. Ma il primo modo di risparmiare energia è quello di non sprecarla.

Comportamenti green tra le mura domestiche

Dai recenti fenomeni del caro energia e del caro bollette deriva un nuovo impulso all’adozione di comportamenti green, una sorta di ‘spinta gentile’ che è riuscita a ottenere risultati concreti, laddove nessuna manifestazione di adesione ideale alla causa della sostenibilità era riuscita prima a sortire un simile effetto. In linea generale, nel nostro Paese ci sono segmenti minoritari, intorno al 25%, che adottano comportamenti decisamente green, un 40% che è in una posizione intermedia, ovvero fa qualcosa in tal senso come, ad esempio, la raccolta differenziata o è attento a tenere il riscaldamento non troppo alto, mentre il restante fa poco o niente.

I rincari abbassano i consumi, e l’ambiente ringrazia

Per la prima volta in sette anni, nel 2022 l’Osservatorio ha registrato alcuni cambiamenti significativi nei comportamenti delle persone in relazione ai consumi domestici nella direzione di un maggior risparmio energetico. Tra questi, un minor numero di cicli di lavatrici o lavastoviglie alla settimana, l’attenzione a impostare al minimo il termostato del riscaldamento, il semplice accorgimento di spegnere le luci una volta usciti da una stanza. Di fatto, i rincari delle bollette hanno favorito comportamenti virtuosi e una maggiore consapevolezza del consumo energetico, più di quanto abbiano fatto gli appelli e le adesioni al rispetto dell’ambiente.

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Curiosità in numeri

Customer service: i clienti apprezzano soprattutto la velocità di risposta

La relazione che si crea tra azienda e clienti tramite il contatto con il customer service può influenzare in modo significativo il comportamento presente e futuro del cliente. Diventa quindi strategico per le aziende comprendere quali siano gli aspetti più importanti di cui tenere conto. Sono diversi i motivi per cui un cliente decide di entrare in contatto con un’azienda, prima, durante o dopo un acquisto: per avere maggiori informazioni sul prodotto o il servizio a cui si è interessati, per richiedere dettagli su una spedizione qualora di tratti di un e-commerce, o anche per richiedere assistenza post-vendita.
E secondo un sondaggio svolto da Esendex, realtà che offre soluzioni per la comunicazione mobile in ambito business, è la velocità di risposta l’aspetto più apprezzato della customer experience (51%).

Sul podio anche disponibilità dell’operatore e multicanalità

Alla velocità di risposta segue la disponibilità mostrata dall’operatore nell’aiutare realmente il cliente (48%), quindi, la multicanalità, ovvero la possibilità di scegliere tra più canali di comunicazione (42%). Se i primi due aspetti sono strettamente legati agli operatori e ai training che hanno seguito, la decisione di offrire diverse modalità di contatto invece è più semplice da adottare, soprattutto tenendo conto che il touch point privilegiato oggi è lo smartphone.

I fattor determinanti per una customer experience positiva

A questi tre primi aspetti indicati come più importanti seguono la capacità di risolvere rapidamente la questione legata alla posta in caso di resi o lamentele, il numero di ore durante il quale è disponibile il supporto, la possibilità di potere gestire in autonomia determinate operazioni, e l’interesse dimostrato da parte dell’operatore di conoscere meglio il proprio interlocutore.
“Dal nostro sondaggio emerge come la multicanalità, insieme alla velocità di risposta e alla disponibilità, giochino un ruolo determinante per la customer experience”, ha commentato Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex Italia.

Migliorare i tempi di risposta grazie a una piattaforma multicanale

“Questo non stupisce – ha aggiunto Carmine Scandale – se si pensa che oggi siamo abituati a poter contare su diverse possibilità di comunicazione anche nelle relazioni tra privati, tenuto conto che buona parte delle conversazioni passano dallo smartphone. La nostra piattaforma multicanale ‘Studio’ permette proprio di creare conversazioni più interattive con i clienti utilizzando più canali, tra cui SMS e WhatsApp, e consente di snellire i processi di customer service, poiché permette agli operatori di gestire simultaneamente anche più richieste in modo molto semplice ed efficiente, migliorando di conseguenza anche i tempi di risposta e la disponibilità verso il cliente”.

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Eccellenze online

Amazon contro la contraffazione: nel 2022 rimuove oltre 6 milioni di prodotti

Sono oltre 6 milioni i prodotti contraffatti rimossi dalla rete di distribuzione globale di Amazon nel 2022. Contestualmente, il gigante dell’e-commerce ha bloccato, prima che venisse pubblicata un’offerta, oltre 800 mila tentativi di creare nuovi account di vendita, un numero in calo rispetto ai 2,5 milioni di tentativi avvenuti nel 2021. Per combattere il fenomeno della contraffazione Amazon ha investito 1,2 miliardi di dollari e ha impiegato oltre 15.000 persone per proteggere le vendite online. Non solo dalla contraffazione, ma anche da altre forme di frodi e abusi.
Si tratta dei dati contenuti nel terzo Report annuale sulla protezione dei marchi diffuso dall’azienda.

Più di 1.300 citazioni in giudizio o segnalazioni alle forze dell’ordine 

Sempre nel 2022 l’Unità di Amazon per i crimini di contraffazione ha citato in giudizio, o segnalato alle forze dell’ordine, oltre 1.300 contraffattori negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nei paesi della Ue e in Cina. Un numero più che raddoppiato rispetto ai 600 del 2021.
“Nel 2022 l’adozione dei programmi di protezione dei marchi di Amazon ha continuato a crescere, e il numero medio di notifiche di violazione per contraffazione valide, presentate da un marchio incluso nel brand registry, è diminuito di oltre il 35% rispetto all’anno precedente – si legge nel report -.
L’identificazione, il sequestro e il corretto smaltimento di oltre sei milioni di prodotti contraffatti nel 2022 ha evitato che raggiungessero i clienti e fossero rivenduti altrove nella catena di approvvigionamento globale”.

“La tecnologia ci consente di stare al passo dei contraffattori”

“Siamo orgogliosi dei progressi compiuti quest’anno, in particolare dell’evoluzione della nostra tecnologia, che ci consente di stare al passo dei contraffattori e del raddoppio dei nostri procedimenti penali e azioni legali – dichiara Dharmesh Mehta, vicepresidente, worldwide selling partner services di Amazon -. Siamo grati per la crescente collaborazione dell’intero settore in questo ambito e ci auguriamo di continuare a innovare e lavorare insieme per azzerare la contraffazione”, riporta Ansa.

Offrire un’esperienza di vendita eccellente e sicura

“Ventotto anni fa, Amazon si è data l’obiettivo di diventare l’azienda più orientata al cliente del mondo, e una parte fondamentale di questa missione consiste nel guadagnarne e mantenerne la fiducia. Quando un cliente effettua un acquisto nel nostro negozio, è sicuro di ricevere un prodotto autentico, indipendentemente dal fatto che l’articolo sia venduto da Amazon direttamente o da uno dei nostri milioni di partner di vendita. Quando le piccole imprese scelgono di vendere nel nostro negozio, confidano nel fatto che offriremo un’esperienza di vendita eccellente e sicura – si legge ancora nel report -. La lotta alla contraffazione è una questione globale, che riguarda tutti i canali di vendita al dettaglio. Per contrastare il fenomeno in tutto il settore, è quindi necessario che distributori, fornitori di servizi logistici, dogane e gli enti governativi lavorino insieme”.

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Statistiche

Gender equality, qual è la situazione a livello globale?

Il percorso per l’uguaglianza e la sicurezza delle donne è in salita a livello mondiale. Nonostante le conquiste sociali, economiche e politiche, le donne continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo. Questi sono i risultati dell’indagine annuale WIN World Survey 2022, realizzata in collaborazione con BVA Doxa, che ha raccolto le opinioni di circa 29mila persone in 39 Paesi, pubblicata in occasione della giornata internazionale della donna.

Stipendi equi, opportunità di carriera e sicurezza

Il sondaggio ha rivelato che le donne desiderano opportunità di carriera e stipendi equi, più tempo per sé stesse, progetti per il futuro e la maternità, ma sono anche vittime di violenza fisica e psicologica.
In linea generale, gli uomini sono considerati più favoriti sul posto di lavoro, secondo il 39% delle persone intervistate, e il 52% degli intervistati ritiene che le opportunità delle donne siano limitate, in particolare in Europa, dove l’Italia, la Croazia e la Francia risentono della maggiore disparità. Sul divario retributivo di genere, il 45% della popolazione mondiale crede che la retribuzione sia uguale tra uomini e donne, ma il 51% degli uomini sostiene che non ci sia un divario retributivo tra generi rispetto al 38% delle donne.

Aumentano gli episodi di violenza

La situazione è preoccupante per le donne che subiscono violenza fisica o psicologica, il cui numero è in crescita a livello globale rispetto all’anno precedente. In particolare, il 23% delle giovani donne dai 18 ai 24 anni è vittima di violenza, a fronte del 17% in generale, e questo dato è in aumento anche in Europa, con l’Italia al 19%. Negli Stati Uniti, l’aumento della violenza contro le donne di età compresa tra 17 e 34 anni è del 10%, dal 12% del 2019 a oltre il 22% nell’ultimo sondaggio.

Il ruolo della salute mentale

La ricerca ha esaminato anche il benessere mentale delle donne, poiché i dati ufficiali mostrano un aumento del tasso di suicidio, causa di mortalità che riguarda ogni anno 250.000 donne. Il 50% delle giovani donne tra i 17 e i 35 anni e il 46% tra i 35 e i 54 anni ha sofferto di stress nel 2022.
In generale, l’indagine ha evidenziato che la disuguaglianza di genere e gli atti di violenza sono ancora troppo alti, ma è importante apprezzare i piccoli ma importanti progressi compiuti da alcuni paesi o regioni. Vilma Scarpino, Presidente di WIN e Ceo di BVA Doxa, ha dichiarato che la missione di WIN è far luce su questioni pressanti come queste, nella speranza che un giorno “vedremo miglioramenti radicali nei risultati del nostro sondaggio globale”.

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Curiosità in numeri

L’alimentare traina industria ed export nazionale

Se negli ultimi anni la produzione industriale è rimasta grossomodo stabile rispetto ai livelli del 2017, quella delle industrie alimentari, bevande e tabacco è cresciuta di oltre 10 punti percentuali
È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio agroalimentare, frutto della collaborazione tra la Fondazione Giampiero Sambucini e la Fondazione Edison. Dall’anno della pandemia in poi la produzione del comparto alimentare è cresciuta in maniera decisa, e piuttosto costante, fino alla prima parte del 2022, anno nel quale si è registrata una crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente, superiore a quella dell’industria nel suo complesso (+0,5%).

Esportazioni del settore: 60,7 miliardi, il 10% del totale

Secondo i dati dell’Osservatorio risulta notevole anche il contributo del settore agroalimentare alle esportazioni italiane, che nel 2022 sono cresciute del 19,9% rispetto al 2021, raggiungendo 625 miliardi di euro. Per il settore le esportazioni hanno fatto segnare 60,7 miliardi di euro, pari al 10% dell’export complessivo. Nello specifico, il valore delle esportazioni della sola industria alimentare, bevande e tabacco è stato pari a 52,3 miliardi, e quelle dei prodotti agricoli a 8,4 miliardi. Rispetto al 1991, anno in cui si registravano 7,8 miliardi di euro a valori correnti, l’export agroalimentare italiano è cresciuto di oltre 7 volte.

I “magnifici 7”: frutta e verdura, pasta, vino, formaggi, cioccolata…

Un ruolo di successo, in questo percorso di crescita, è quello svolto dai cosiddetti ‘magnifici 7’, ovvero le sette categorie di prodotti che da sole nel 2021 hanno raggiunto un valore di export pari a 31,3 miliardi, quasi il 60% dell’agro-alimentare italiano nel suo complesso (52,3 miliardi). In particolare, si tratta di ortaggi, frutta e loro preparazioni (9,6 miliardi), vini (7,2 miliardi), pasta e riso (3,7 miliardi), formaggi e latticini (3,7 miliardi), prodotti da forno (2,9 miliardi), conserve animali (2,1 miliardi), cioccolata e altre preparazioni con cacao (2,1 miliardi).

“L’avanguardia di una articolata filiera”

Anche nel corso del 2022, riferisce Italpress, i ‘magnifici 7’ continuano a trainare l’export del settore agroalimentare, e in base agli ultimi dati disponibili, hanno raggiunto 34,4 miliardi di euro.
“I magnifici 7 – ha dichiarato Stefano Mantegazza, vicesegretario della Fondazione Sambucini – sono l’avanguardia di una articolata filiera che poggia sul lavoro di oltre 1,4 milioni di persone, e che partendo da autentiche unicità di nicchia, coinvolge territori altamente specializzati e arriva a esprimere una ricca varietà di prodotti di altissima qualità, apprezzati dai consumatori di tutto il mondo”.

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Economia

In un anno si dimezza la capacità di spesa degli italiani

In un anno la capacità di spesa degli italiani è più che dimezzata, scendendo al -54%, e il 26% delle famiglie teme di non arrivare alla fine del mese. Sono i dati che emergono dall’Osservatorio Changing World di Nomisma, che consente di interpretare e anticipare i cambiamenti sociali in corso e indagare aspettative, valori, bisogni e modelli di acquisto dei cittadini. Pandemia, conflitto russo-ucraino, impennata dei costi dell’energia e rialzo dell’inflazione sono i fattori che più recentemente hanno colpito ecosistemi economici, produttivi e sociali. Un clima di incertezza che si riflette direttamente anche sui consumatori, che iniziano ad avvertire in modo intenso la diminuzione del loro potere d’acquisto. Un dato confermato anche dall’ultima rilevazione Istat, che vede le vendite al dettaglio diminuire dello 0,8% in volume.

Tutto il guadagno va nelle spese strettamente necessarie 

Nell’ultimo anno l’88% delle famiglie ha adottato opportune strategie di risparmio per far fronte al rincaro dell’energia e all’aumento generale dei costi. Nonostante questo, il 14% degli intervistati ritiene di guadagnare meno di quanto avrebbe bisogno per sostenere le spese necessarie. Peraltro, il 25% delle famiglie si ritrova a spendere tutto quello che guadagna solo per far fronte alle spese strettamente necessarie, come utenze, imprevisti che riguardano la propria abitazione, alimentazione, senza potersi permettere altro.

Le prospettive per il futuro non sono migliori 

Solo un italiano su due spende meno di quello che guadagna, riuscendo così a risparmiare qualcosa senza dover fare troppe rinunce. E a guidare la ricerca del risparmio è soprattutto l’incertezza, che condiziona pesantemente questa fase del ciclo economico. Il 38% di chi risparmia lo fa proprio perché il futuro sembra essere troppo incerto, mentre il 23% mette soldi da parte per affrontare con tranquillità eventuali spese impreviste. Dai risultati della ricerca emerge che negli ultimi 12 mesi la capacità di risparmio sia diminuita o molto diminuita per il 54% degli italiani.

Nuove normalità in agguato

Ma guardando al futuro le prospettive non sembrano migliori. Non solo le famiglie temono di non riuscire a risparmiare, riporta Adnkronos, ma il 26% di esse teme di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. E pensare al risparmio familiare o capire come poter risparmiare parte del reddito è motivo di ansia e stress per un italiano su due.
“L’attuale periodo storico e gli avvenimenti degli ultimi tre anni hanno modificato e continuano a modificare profondamente la quotidianità degli italiani – evidenzia Valentina Quaglietti di Nomisma -. Se da un lato abbiamo preso coscienza del fatto che si è delineato un new normal che nulla ha a che vedere con il pre-pandemia, dall’altro si è diffusa anche la consapevolezza che sarà sempre più ricorrente il verificarsi di nuove normalità”.

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Economia

In Italia decolla il mercato dei droni professionali: +20% in un anno

Dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia, il mercato italiano dei droni professionali riprende quota. O meglio, decolla: nel 2022 ha raggiunto i 118 milioni di euro, con un incremento del 20% rispetto al 2021. Con queste performance, il comparto ritorna ai valori del 2019 (quando l’anno si era chiuso a 117 milioni di euro). Lo rivela la ricerca dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della della School of Management del Politecnico di Milano. Si tratta di un valore di tutto rispetto, simile a quello di Germania e Portogallo e superiore ad altri sei Paesi europei, tra cui anche la Francia.

Imprese, droni, operatori 

Le imprese del settore in Italia sono 706, (in lieve calo rispetto alle 713 del 2021), mentre si contano quasi 60.000 droni registrati sul portale d-flight dal 2020 ad oggi (13.921 nel 2022), di cui il 92% per droni a uso ricreativo e solo l’8% per droni a uso professionale in imprese e PA. Gli operatori registrati e attivi in piattaforma a dicembre 2022 sono 87.007 (+34% rispetto al 2021). Buone notizie anche sul fronte delle autorizzazioni per voli BVLOS, condotti a una distanza che non consente al pilota remoto di rimanere in contatto visivo diretto e costante con il drone: ENAC ha autorizzato 27 sperimentazioni nel 2022, contro le 11 del 2021, segnale sulla volontà di investire in un ambito fondamentale per lo sviluppo del trasporto di merci e persone.

Le aspettative delle imprese

Delle 706 imprese attive nel mercato italiano nel 2022, l’81% è un operatore, l’8% un produttore di piattaforma, mentre il restante 11% si ripartisce tra distributori, produttori di software, integratori e produttori di payload. Nell’ultimo anno è notevolmente aumentata la consapevolezza verso i benefici che la tecnologia può offrire: solo il 14% delle imprese ha difficoltà nel comunicare i benefici della tecnologia nel rapporto con i clienti, nel 2019 era il 28%. Allo stesso modo, il 35% sostiene che i clienti abbiano scarsa conoscenza delle possibili applicazioni, contro la metà delle aziende di due anni. Inoltre, il 78% degli attori del settore reputa il mercato in forte crescita entro i prossimi 3 anni. E per il 60% il mercato dell’Advanced Air Mobility avrà uno sviluppo dirompente entro i prossimi 5 anni.

I droni piccoli e grandi

Nel segmento operativo dei piccoli droni si contano 823 casi applicativi a livello mondiale, di cui il 31% è in fase di sperimentazione, il 31% con un utilizzo una tantum, il 18% in fase operativa e il restante 20% dichiarazioni di intenti e interessi preliminari. Le principali applicazioni riguardano le ispezioni e i sopralluoghi (43% dei casi), la sicurezza e la sorveglianza (18%) e la ricerca e il soccorso (12%). Il segmento costituito da droni grandi conta 314 applicazioni, di cui l’82% riguarda il trasporto di merci con droni e il restante 18% il trasporto di persone. L’Italia è al secondo posto per numero di casi (9%), dopo gli Stati Uniti (25%), seguita dal Regno Unito (6%) e dall’Australia (5%). Anche nel mercato italiano stanno iniziando ad affacciarsi droni di dimensione molto importante (superiore ai 100kg di peso al decollo) utili per lo sviluppo di servizi in ottica di Advanced Air Mobility. Nel corso del 2022 sono stati registrati su d-flight 5 UAS con queste caratteristiche, di cui 2 europei e 3 cinesi.

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Curiosità in numeri

Italiani in viaggio a Carnevale, vincono le città d’arte

Sono le città d’arte le mete preferite per un viaggio in occasione della settimana di Capodanno. Lo rivela l’Osservatorio Confcommercio-Swg,c che segnala inoltre che, secondo le stime, saranno ben 4 milioni i nostri connazionali che si muoveranno per turismo. A questi si dovrebbero aggiungere altri due milioni circa (1,9 per la precisione) ancora indecisi, ma propensi a partire. La vacanza, nel 50% dei casi, è fuori regione se non addirittura all’estero. Città d’arte o grandi città sono le destinazioni preferite in 4 casi su 10. A Carnevale i portafogli sembrano essere un po’ più “capienti”: si spendono in media 410 euro a testa per una vacanza, per una spesa complessiva di quasi 3 miliardi. 

Il turismo riparte

I dati del turismo nostrano, per fortuna, sono tornati in attivo dopo gli anni difficili della pandemia. Il report segnala che il consuntivo delle festività di fine anno si è chiuso bene, con circa 25 milioni di italiani in viaggio tra Natale e l’Epifania. E il 2023, anno dei ponti, sembra avviarsi sotto buoni auspici. L’indice di propensione al viaggio dei connazionali sale a quota 63 – su scala da 0 a 100 – due punti sopra gennaio 2022 e sostanzialmente in linea con i livelli pre-pandemia, anche se a prevalere sono gli short break da 1 o 2 notti fuori casa, soprattutto tra febbraio e marzo.

In inverno la montagna è la meta preferita 

Per quanto riguarda il primo trimestre del 2023, la survey evidenzia che 12 milioni gli italiani scelgono la montagna. Di questi, 7,5 milioni fanno soggiorni di una settimana o un periodo un po’ più breve, per i restanti 4,5, si tratta invece di escursioni giornaliere. Secondo i dati dell’Osservatorio Confcommercio-Swg, la spesa media è di 540 euro a testa. Quasi 9 vacanzieri su 10 scelgono le mete nazionali: a fare da padrone è l’arco alpino, in primis le destinazioni del Trentino Alto Adige, seguite da Lombardia e Valle d’Aosta, ma con buone performance anche di Piemonte, Veneto e Friuli. Non mancano i turisti che raggiungono destinazioni estere: primeggiano le “vette” svizzere, seguite da quelle di Austria e Francia. 

Le motivazioni della vacanza in quota

Le motivazioni delle vacanze in montagna sono cambiate dopo la pandemia: escursioni naturalistiche, degustazioni enogastronomiche, relax in Spa e centri benessere, shopping sono le quattro attività più importanti indicati dagli intervistati. Solo al quinto posto la pratica dello sci e di altri sport invernali Resta comunque alta, per chi sceglie questo tipo esperienza, l’attenzione per lo stato dell’innevamento naturale: sono 4 su 10 i vacanzieri che dichiarano che, in assenza di neve, preferiscono cambiare i programmi di vacanza.